Sono passati ormai parecchi anni da quando si è iniziato a parlare di HTML5, e dal 2014/2015 è diventato “raccomandato”, ovvero consigliato per la realizzazione delle pagine web dei nostri siti.
Ma cos’è HTML5? Ve lo diciamo in questa piccola guida.
Si tratta di un aggiornamento del vecchio (e ormai quasi obsoleto) XHTML o HTML4 che veniva utilizzato fino a qualche anno fa (non avete idea di quanti siti web utilizzino ancora questo linguaggio web!!!), introducendo nuovi tag “particolari”, ma ormai di uso comune, per suddividere semanticamente i contenuti delle pagine web.
Le sezioni sono adesso molto più distinguibili tra loro, sia lato codice (ogni blocco ha un suo tag specifico), sia lato semantico (ogni blocco ha il nome di ciò che rappresenta).
Non è scopo di questo articolo entrare nel dettaglio tecnico. Per approfondire questi tag e molto altro, vi rimando ad alcune letture:
Ovviamente, da anni, Flash Player è diventato obsoleto. Un tempo, Flash Player veniva utilizzato per la realizzazione di animazioni, parti di siti web o, peggio ancora, per realizzare siti web interi. Finalmente il supporto a questo tipo di sviluppo web è terminato da un pezzo.
Grazie ad HTML5 e CSS3 è possibile realizzare (quasi) qualsiasi tipo di componente per la visualizzazione mobile o desktop. Altro fattore determinante per cui HTML5 e CSS3 hanno stravinto su Flash è la retro-compatibilità su mobile e l’adattabilità cross-browser.
Riprendendo quanto detto nel primo paragrafo, diviene chiaro che con i tag che si chiamano header, nav, section, article, aside e footer, la semantica diventa fondamentale all’interno dei nostri “poemi” di codice…
La vasta disponibilità di tag, uniti alla possibilità di utilizzare i microdati, consente di creare pagine web che siano elevatamente semantiche e funzionali per i motori di ricerca, aiutando anche la SEO.
Non solo. Anche i dispositivi mobili possono fare uso di determinate indicazioni presenti nelle pagine, ad esempio per velocizzare una chiamata con l’href tel, oppure mostrare un percorso tramite il proprio navigatore.
Continuando il discorso relativo all’ambiente mobile, diviene chiaro che con un web così semantico si apre la strada anche alla realizzazione di web-app per smartphone che non sono puramente native, ma che si adattano alla perfezione su tutti i dispositivi.
Si tratta di framework precompilati multi piattaforma che consentono di creare applicazioni web based che cercano di comportarsi come applicazioni native. La compatibilità e i risultati che si possono ottenere, sono degni di nota e si avvicinano a quelli delle applicazioni native.
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